Compagnia | 2a |
Inizio del Corso | 10 aprile 1986 |
Fine del Corso | 12 settembre 1986 |
N. di Allievi | 156 |
N. di Sottotenenti | 110 |
Comandante di Compagnia | Cap. Giorgio Braga |
Comandante 1° Plotone (esploratori, fux e fux bar) |
Sten. Migliorati (121°) |
Comandante 2° Plotone ( fux e fux bar) |
Sten. Fiando (120°) |
Comandante 3° Plotone ( mortaisti e trasmettitori)> |
Sten. Macheda 121°) in affiancamento Sten. Riva (121° - TX) |
Comandante 4° Plotone ( controcarro ed arresto) |
Sten. Brusa (120°) |
Altri Ufficiali inquadrati nella Compagnia | Stenn. Chiappani, Marenzi e
Turri (119°); Stenn. Franchi, Corrà e De Magistris (122°) |
Comandante del Battaglione AUC | Col. Italo Bonvicini |
Comandante della Scuola | Gen. Enrico Borgenni |
Gianluigi Amadei
Aldo Danti
Marco Montanari
123° A.U.C.
GRUPPO COMANDO
C.te AUC Marco Montanari
V. C.te AUC Andrea Bertola
Navigatore AUC Domenico Sarzi Sartori
Radiofonista AUC Alberto Vecchi
GRUPPO ASSALTO
C.te AUC Lorenzo Bravin
Assaltatore Serg. Walter Zani
" AUC Mauro Tormen
" AUC Andrea Cavallaro
" AUC Vittorio Damia
" AUC Angelo natolini
" Serg. Davide Beltramo
GRUPPO APPOGGIO
C.te AUC Giorgio Rossi
MG. AUC Filippo Bacci
1° Serv. AUC Marco Bee
2° Serv. AUC Filippo Nicolino
GRUPPO SICUREZZA
C.te AUC Stefano Boeri
MG AUC Nicola Brugnara
1° Serv. AUC Umberto Pedrazzoli
2° Serv. AUC Alessandro Manauzzi
Forza effettiva 19; forza presente 19.
COMPITO PATTUGLIA: è previsto un bivacco dalle ore 6.00 alle ore 23.00 a quota 1755 (TLR 4061); durante l’intera durata del bivacco devono essere emanate pattuglie esploranti al fine di esplorare le seguenti zone:
il tornante presso quota 1790 (LR 4010 6340);
la zona di quota 1772 (LR 4161) loc. Parcet.
Effettuare un colpo di mano (ore 23.00-24.00) su OBJ nemico eventualmente individuato.
Accertare la percorribilità dell’itinerario da q. 1755 al ponte a q. 1640 (LR 4162).
- Inizio comando alle ore 06.00 del giorno 28/06; passo consegne ore 05.00 del 29/06.
- Itinerario seguito per effettuare il colpo di mano: partiamo dal bivacco alle ore 20.30 seguendo il sentiero che sale (direzione est) verso Alpi Nuove (q. 2083) e quindi proseguiamo direzione N-N sino alle malghe di Argillein (q.2101) e quindi a q. 2038 dove incrociamo la strada sterrata che dal Ruthor porta alle malghe di loc. Les Suches.
Percorriamo la strada per circa 200 m. direz. N-NE sino ad incrociare i cavi della funivia sovrastante; scendiamo lungo la direzione dei cavi circa 300 m., qui pieghiamo a dx inoltrandoci nel bosco sottostante per raggiungere l’OBJ lì segnalato da pg esplorante; rientriamo al bivacco per lo stesso itinerario senza essere entrati in contatto con il nemico.
Durante la giornata una pg esplorante ha compiuto lo stesso itinerario entrando in contatto con il nemico una prima volta in zona TL 3964 6300 e successivamente in TL 3986 6318; in entrambi i casi si trattava di forze ridotte a 1 o 2 unità in movimento tattico; tali avvistamenti avevano indotto a ritenere assai probabile la presenza di un bivacco nemico in prossimità dei punti citati e quindi il colpo di mano è stato su questi diretto.
- La pg esplorante ha agito costantemente in terreno di media montagna perlopiù inagibile a truppe meccanizzate e mezzi corrazzati.
- La carta in dotazione è risultata precisa se non per l’arretratezza degli aggiornamenti. Non è stata riscontrata, nonostante l’accurata esplorazione, l’esistenza del ponte a q. 1640.
AUC Marco Montanari
p.s. Rileggendo questo rapporto dopo 12 anni mi rendo conto che esso celava alcuni non trascurabili particolari che la verità storica mi impone oggi di riportare.
Innanzitutto appare scritto in forma una forma tecnico-asettica che potrebbe indurre a pensare i nostri 19 eroi stessero facendo una specie di simpatica scampagnata. NO!!! Eravamo stanchi, bagnati e incazzati come belve; il nostro vero OBJ non era il fantomatico nemico (rappresentato da una altra banda di gente stanca, bagnata e incazzata con la quale il giorno seguente avemmo, per la gioia del Capitano Braga, un violento scontro a fuoco), ma il rientro nel più breve tempo possibile in caserma e facciamola finita!
Ciò premesso occorre rivelare quanto segue.
Poco prima di arrivare al bivacco chi scrive, ovvero il comandante di pattuglia, si accorse di avere simpaticamente dimenticato gli ordini di pattuglia in un ameno luogo a circa due ore di marcia dove ci si era fermati a riposare. A quel punto non rimaneva altro da fare, per evitare la "fucilazione" di fronte a tutto il battaglione, che ritornare sui propri passi a recuperare il prezioso fardello.
Così, passato il comando al vice, tornai sui miei passi zaino ed armamento al seguito. Primo colpo di genio: perché portarsi dietro una dozzina di chili di zaino e un inutile fucile (!!!) quando nascondendoli dietro a quel simpatico cespuglio avrei potuto risparmiare tempo e fatica? Detto fatto il prode comandante di Falco 1 si diresse agile e sollevato verso il luogo dove, circa un’ora dopo, si ricongiunse con l’amata documentazione.
Secondo colpo di genio: poiché una parte del percorso coincideva con una comoda strada sterrata, perché non farsi dare un passaggio da quel bel fuoristrada che sta miracolosamente sopraggiungendo (ovviamente dopo essersi accertati che non si trattasse di una AR con tanto di Azzurri o Arancioni a bordo)? La fortuna mi fece quindi risparmiare un bel po' di strada a piedi e, una volta recuperati zaino e fucile, eccomi di nuovo sulla strada del bivacco. A questo punto ricordo con grande piacere il gesto di solidarietà del nostro amato tribaffo Giorgio Rossi, che mi venne incontro sulla strada del ritorno per alleviare la mia fatica imprevista portandomi qualche genere di conforto (se non ricordo male yogurt e cioccolata) ed offrendosi di portare per quell’ultimo tratto il mio zaino.
Grazie Giorgio!
Durante il bivacco successero due cose non riportate nel rapporto. La prima è che il comandante, cioè il sottoscritto, cucinò, udite udite, una zuppa di aragosta (sì proprio una zuppa di aragosta -di quelle liofilizzate si capisce!-) per la gioia sua e dei fedeli commilitoni.
La seconda, assai meno gioiosa, consistette nel "colpo di mano" che subimmo ad opera di ignoti (poi rivelatisi un drappello di Sten) mentre nel bivacco regnava il riposo del guerriero stanco. Sicuramente ebbi già l’occasione di ringraziare personalmente la "sicurezza" (se non vado errato rappresentata dagli inaffidabilissimi Brugnara e Nicolino); nel caso non l’avessi fatto lo faccio ora: GRAZIE, prodi sentinelle di Falco 1 per avere consentito, senza causargli alcun disturbo, ai nostri amati Sten di introdursi nel cuore del bivacco dormiente.
Ricordo molto bene che fui svegliato dal rumore degli spari e subito allungai la mano fuori dal sacco per imbracciare il fido FAL. Orrore: la mia mano tastava solo erba!! Insieme al mio era sparito il fucile di Alberto Vecchi (e forse anche qualcun altro), i nostri Vibram (che non ci saremmo dovuti togliere durante il sonno) e l’antenna della RV3. Insomma eravamo in un mare di guai. Fortunatamente gli Sten (Brusa e Fiando?) ebbero pietà della nostra miserrima condizione e dopo averci lasciato per un po' meditare sulle nostre future disgrazie (che ancora oggi non oso immaginare), ci riconsegnarono il maltolto senza farne parola con Lui (indovinate un po' chi?).
Il colpo di mano. Ricordo ancora benissimo i momenti dell’avvicinamento al presunto OBJ; il bosco assolutamente muto e buio, il freddo, la tensione, il nostro avanzare silenzioso. Sino a che, qualcuno, evidentemente più teso degli altri, ebbe la bella pensata di "scarrellare" l’otturatore della propria arma e qualcun altro, evidentemente certo di essersi finalmente imbattuto nel nemico, di aprire il fuoco sugli innocenti alberi del bosco.
Seguirono attimi confusi, di spari e corse; mi resi conto che a sparare eravamo solo noi e quindi diedi ordine di proseguire. Ma quell’ordine, aimé, cadde nell’assoluto silenzio del bosco poiché tutti erano già ripiegati verso il luogo convenuto per il riordino dopo il colpo di mano. Mi sentii una cacca, solo, in mezzo al bosco, abbandonato dai miei compagni di pattuglia che avevano appena ingaggiato un conflitto a fuoco con i fantasmi del nemico; iniziò a nevicare. Ritrovai i compagni nella malga stabilita e dopo una serie di "io credevo" "mi era sembrato di vederli" "non sono stato io!" etc. riprendemmo la strada per il nostro ultimo compito.
Il ponte a quota 1640, ovvero il presunto ponte. Già prima di arrivare nella zona avevo dovuto affrontare le ire via radio di Colui che vigilava sulle operazioni e che ci attendeva nel luogo dove avremmo dovuto intercettare gli arancioni; i presagi non erano buoni.
E infatti il ponte non si trovava, anzi, non c’era proprio! Quello che invece c’era era un gran freddo e tanta stanchezza. Passai le consegne (forse a Bacci) e quindi mi accovacciai con il telo tenda sopra la testa, accesi l’accendino con l’illusione che mi avrebbe scaldato un po'.
Rileggendo il "rapporto di pattuglia" che sopra ho riportato integralmente e fedelmente, mi accorgo che è un capolavoro di diplomazia e mi appare come un velo pietoso steso sopra una storia fredda e bellissima di tanti anni fa.
Sassuolo, 28 settembre 1998
NON TIMEO ADVERSA
Ten. Marco Montanari
Vi allego un vero e proprio reperto: la pagina ORIGINALE del registro puniti che mi riguardava; sono ancora visibili alcuni patetici segni di aggiustamenti finiti, tanto per cambiare, in un "bagno di sangue".
Ricordo ancora benissimo la penultima punizione il cui motivo recita "dormiva in aula" - in realtà una chiusura delle palpebre quasi istantanea - punita con 5 giorni invece di 3 in virtù del fatto che portavo sulle spalle il baffo, quello della squadra esploratori; fuori dalla caserma amici e morosa ad attendermi inutilmente sino al 9 agosto...
Devo però dire che l'episodio, allora assai doloroso, mi è oggi un cristallino esempio di assunzione di responsabilità e relative conseguenze che ancora mi guida.
La pagina in mio possesso è stata audacemente trafugata dall'allora intrepido AUC (oggi corpulento Tenente - Architetto) e carissimo amico Luigi Romanelli del 129°, che sta punito per trafugazione di tabella puniti!!
NON TIMEO ADVERSA
Ten. Marco Montanari