97° A.U.C.

16/10/1979 - 31/03/1980

 

Raffaello Cartoni
Giampietro Corsini
Stefano Fiocchi
Maurizio Santi
97° A.U.C.

 

 

Alba a Plan de Dieu


E' ancora notte; è ancora troppo presto per scendere dalla branda. Tu sei lì che mastichi sogni interrotti e qualche imprecazione, ma poi ti ritrovi in piedi ed in un attimo sei già sotto l'acqua del rubinetto.

Lo zaino è pronto, non c'è tempo neanche per rimanere inbambolato come un fesso pieno di sonno anche se è l'una di notte. Cosa provi se ti svegliano nel cuore della notte dicendoti che si parte? La prima sensazione è un brivido di freddo, poi una stretta allo stomaco, quasi una nausea.

La camera è piena di quella luce bianca del neon e senti, vicini e lontani i rumori dei preparativi. Non c'è tempo, non c'è tempo, Santo Dio ce la faccio ad arrivare in tempo all'adunata? In mensa trovi altri occhi gonfi ed anche chi, seduto davanti a te, beve in fretta il caffelatte e ti guarda senza vederti. In un attimo hai lo zaino in spalla , due parole del capitano e sei già fuori a camminare nel buio per le strade di Aosta.

Il sentiero lo conosci e quelle pietre le hai già pensate tante volte, e intanto si sale , si sale......Che idea partire a quest'ora della notte, qualcuno arranca, ansima, sembra non farcela, un'altro gli prende il fucile, c'è chi gli dice di cedere lo zaino. Poi arrivi sulla neve, cammini silenzioso su questa strana neve notturna mentre si è accesa anche la luna. Alle soste cerchi di riprendere il fiato, ma il freddo ti becca immediatamente . Si riparte e cammini ancora, quanto tempo è passato? Coraggio siamo quasi arrivati.

A Plan de Dieu abbiamo solo il tempo per posare gli zaini poi dai ripari escono i padri, sparano e lanciano gli illuminanti. Il cielo, che è ancora inchiostro, si riempie di fuochi verdi e rossi, si incrociano le raffiche dei fucili e delle mitragliatrici, noi figli, rimaniamo lì a guardare sorpresi e un po' stupiti.

Il freddo è veramente duro e ti morde addosso, stringiamo i denti. Ma sta succedendo qualcosa, prima impercettibile, poi sempre più distinto, all'inizio è solo una macchia, un vago chiarore ad Oriente dalla parte dello Zerbion e della bassa Valle: non tutti se ne accorgono subito. Poi le teste di ognuno di noi si girano verso quella luce lontana: il nero laggiù lascia spazio al cielo che appare sempre più con toni verdi ed azzurri mentre partono come frecce i primi raggi.

Intanto l'attacco è terminato, siamo pronti per il passaggio della stecca, i canti del coro si confondono con gli urrah dei padri: per loro ormai è finita.....Quest'alba così incredibile ha cancellato il ricordo della fatica, ora la neve della Grivola e del Rutor scintilla nel primo mattino.

Bah! valeva la pena di salire fin quassù con questo cielo e queste montagne che molti di noi non avevano mai visto , si scende un po' a malincuore, molti si voltano per cercare di non dimenticare le immagini scoperte in quest'alba di Dicembre.