Flavio Arnaud
Ettore Bortolomasi
99° A.U.C.
( ultima pagina )
"... Mi alzai e salii più in alto, ma una nebbia come da un monte di ghiaccio offuscò i miei passi.
Avevo freddo e soffrivo
Poi il sole tornò a splendermi addosso, e vidi nebbia sotto di me nascondere tutto.
Allora, curvo sul bastone, mi riconobbi proiettato contro la neve.
E intorno era l'aria silente, trafitta da un cono di ghiaccio, e su esso pendeva un'unica stella.
Un brivido d'estasi, un brivido di terrore mi percorse.
Ma non potevo tornare ai pendii anzi, non desideravo tornare.
Perchè le onde spazzate dalla sinfonia di libertà baciavano le rocce eteree intorno a me.
Perciò mi diedi a scalare la vetta.
Gettai il bastone.
Toccai quella stella con la mano distesa
Mi dileguai del tutto.
Perchè la montagna affida alla Verità sconfinata chiunque tocchi la Stella."