Quale miglior occasione del 70° anniversario dalla fondazione della Sezione reggiana dell'ANA per dedicare una vetta agli Alpini? Se devo essere sincero, e non me ne vogliate, questo non è stato il mio pensiero quando ho calcato per primo la neve della vetta di Quota 4580 nella catena montuosa del Kirghizistan, ai primi di agosto. Eravamo appena arrivati nell'area, con un mezzo a sei ruote dell'ex-esercito sovietico, e quella era in pratica la prima sgambata dopo una settimana di riposo forzato tra aerei e jeeps.
Mi trovavo in spedizione, organizzata dalla Sezione CAI di Modena del Presidente Aldo Anzivino per celebrare il 2002 - Anno Internazionale delle Montagne, in Tien Shan e precisamente nell'area di Kokshall Too, una catena montuosa in gran parte inesplorata che si trova a ridosso della linea confinaria con la Cina. Dopo pochi minuti tutti gli altri membri della spedizione, Claudio Melchiorri (capospedizione), Maurizio Ferrari, l'alpino Massimo Bertoni, Francesco Rubbiani e l'unica, coraggiosissima donna, Virginia Cappi, mi hanno raggiunto sulla vasta cima nevosa: dopo le consuete foto di rito, siamo scesi ed essa in principio è stata chiama solamente Peak 1, perché si trattava della prima montagna vergine conquistata dalla spedizione, a soli due giorni dal nostro arrivo al Campo Base.
La spedizione si prefiggeva come obiettivo principale l'esplorazione di alcuni ghiacciai nella catena montuosa del Tien Shanh centrale, nella zona denominata Kokshall Too, situata nel sud del Kirghizistan tra il Pamir Alaj (ad ovest) ed il Tien Shanh (ad est) e la salita delle cime sovrastanti, che le cronache alpinistiche riferivano come inviolate. La catena montuosa kirghisa fu esplorata per la prima volta proprio da italiani nei primi del '900 da una spedizione guidata dal principe Scipione Borghese, viaggiatore, alpinista e uomo politico, poi ancora dai russi negli anno Trenta. La nostra, stando alle cronache alpinistiche, sarebbe la prima spedizione in assoluto ad avere scalato in quei luoghi e la quinta internazionale ad aver visitato l'area: il risultato finale è stato molto lusinghiero, poiché il nostro team, composto da alpinisti con discreta esperienza e numerose altre spedizioni alle spalle, ha collezionato 6 prime salite e la ripetizione di 4 cime, già salite da una spedizione francese nel 1999.
Su una di queste, il Lyev, alto 4.720 mt, l'amico Francesco Rubbiani ed io in due giorni diversi abbiamo compiuto rispettivamente la prima e la seconda salita e discesa con gli sci. Le nuove montagne scalate in quei giorni hanno tutte una quota che va dai 4300 metri ai 5075 della più alta, molte delle quali sono appunto state salite anche con gli sci. Dopo 20 giorni di attività in quella zona, prima di rientrare in Italia è stato il momento di proporre i toponimi, come è consuetudine, che saranno esaminati insieme a tutti gli altri dati in nostro possesso dalle autorità Kirghise e, se tutto andrà bene, ufficialmente saranno assegnati i nomi che i primi salitori hanno proposto.
Ecco allora che in terra di ex Unione Sovietica ci sarà un Pic Alpini, dedicato a tutte le penne nere, prima di tutto a quelle andate avanti, soprattutto quelle dello CSIR e dell'ARMIR, ma anche a tutti voi, con particolare riferimento a chi ogni giorno porta la propria alpinità in mezzo agli altri, e non importa se non c'è l'ambiente montagna.
Le altre cime sono state chiamate Pic Ghirlandina mt.5055, Pic Angela mt.5075, Pic Free Bird mt.4980, Pic Pikovaia Dama mt.4645 e Quota 4550. Dal punto di vista esplorativo, inoltre, sono stati mappati ed attraversati cinque nuovi ghiacciai ed una vasta area morenica alla base di questi, attività che permetterà di ampliare la conoscenza di aree e d accessi alla zona. E' stato installato un Campo Base a mt.3920 di altitudine, da dove ogni giorno partivamo a cordate miste per le varie salite, e poi ancora un campo avanzato ad una decina di chilometri, composto da due tendine d'alta quota e rifornite di cibo e combustibile.
L'andamento meteorologico è stato clemente e devo dire che, a parte alcuni giorni di neve fitta, siamo stati fortunati. Solamente al termine del nostro tempo a disposizione, abbiamo avuto alcune vicissitudini che hanno complicato il ritorno: la pioggia ha reso impraticabili le morene e tutti e tre i mezzi fuoristrada che ci dovevano portare a Bishkek, la capitale del Kirghizistan, si sono impantanati. Due irrimediabilmente, e secondo me sono ancora là, mentre il terzo, Massimo ed io, i due alpini del gruppo, siamo riusciti a tirarlo fuori in extremis per arrivare, dopo due giorni di tappe forzate, all'aereoporto in tempo.
Anche se il Ministero del Turismo Kirghiso non dovesse approvare nomi e quote, io so, come voi, che là c'è una vetta dedicata agli Alpini e qualunque altro nome le potranno dare, quella per me rimarrà Pic Alpini.
La spedizione è stata possibile anche grazie al contributo di: LATTERIA SOCIALE VILLA CURTA (RE), GUALMINI TORTE (MONTEFIORINO), REGGIO GAS, MAXENT SPORTS WORLD, BER Racing Spa (MO), Idrotecnica Srl (Savignano S/P-MO) Global Graphics (Maranello-MO), Il Nodo Infinito Viaggi(MO).
Giulio Bottone - 151° A.U.C.